Un’aristocratica residenza adornata da dettagli d’eccellenza, in stile neoclassico ed immersa in un bucolico paesaggio, ricco di profumi e colori dove prendono vita infinite specie botaniche.

Voluta da Maria Teresa d'Austria come residenza estiva privata per gli Asburgo nel periodo della loro dominazione sul Lombardo-Veneto, divenne Palazzo Reale con la creazione del Regno d'Italia ad opera di Napoleone. Mantenne la sua funzione, anche se molto ridimensionata, con i Savoia. 

La costruzione fu opera dell'architetto imperiale Giuseppe Piermarini e fu portata a termine in soli tre anni, mentre per terminare l'allestimento dei curatissimi giardini furono necessari qualche anno in più. Successivamente il giovane arciduca Ferdinando fece apportare aggiunte al complesso, sempre ad opera del Piermarini e usò la Villa come propria residenza di campagna fino all'arrivo delle armate napoleoniche nel 1796.

Con la fine della seconda guerra di indipendenza (1859) la Villa Reale divenne patrimonio di Casa Savoia, fu regalata da Vittorio Emanuele II al figlio Umberto I per il suo matrimonio con la cugina Margherita di Savoia. In seguito all’assassinio di Umberto I ad opera dell’anarchico Gaetano Bresci, il successore Vittorio Emanuele III non volle più utilizzare la Villa Reale, facendola chiudere e trasferire al Quirinale gran parte degli arredi.

Oggi è possibile rivivere il lusso e i fasti che un tempo animavano le regali stanze, passeggiare tra i floreali vialetti che circondano la dimora e rimanere affascinati da cotanta bellezza.

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