Fondati secondo la leggenda da due monaci francesi che fuggivano le orde normanne portando in salvo la reliquia di San Salvi, la chiesa con l’annesso convento furono nell’XI secolo donati a San Giovanni Gualberto, fondatore dell’Ordine Vallombrosiano che li ampliò ed arricchì di opere d’arte.

Una parte del Convento è poi divenuto il Museo del Cenacolo di Andrea del Sarto, così chiamato perché nel refettorio il grande pittore dipinse ad affresco nel 1511 un’Ultima Cena la cui bellezza, stando alla tradizione supportata anche dal Vasari, fermò la mano dei “guastatori” incaricati dalla Repubblica fiorentina di demolire gli edifici fuori dalle mura durante l’assedio di Firenze da parte delle truppe di Carlo V nel 1529.

Altre interessanti tavole e tele del XVI sec sono raccolte nelle sale adiacenti al Cenacolo e nella vasta cucina che conserva un camino monumentale in pietra serena; l’insieme ci offre una panoramica della pittura fiorentina intorno alla metà del Cinquecento, con alcuni protagonisti del Manierismo come lo stesso Andrea del Sarto, Davide e Ridolfo del Ghirlandaio, il Poppi, il Franciabigio ecc…

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