I Medici fin dalla prima metà del XV sec. realizzarono una rete di Ville nei dintorni di Firenze, sia costruendone ex-novo, sia recuperando preesistenze come castellari o fattorie, in siti favorevoli o vantaggiosi.

Si trattava di una scelta culturale destinata a fare tendenza - la “vita in villa” come ideale umanistico ripreso dall’antico - ma anche di una scelta di politica economica mirata al controllo territoriale e allo sfruttamento delle risorse.

La Villa di Castello, la più vicina alla città, già edificio fortificato appartenente ad una antica famiglia, entrò nei possedimenti di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici nel 1477 e passò poi in eredità a Giovanni delle Bande Nere.

Così inizia la sua storia gloriosa: il figlio di questi, Cosimo, che aveva trascorso qui la sua infanzia, divenuto duca nel 1537 la elesse a residenza ufficiale per la madre Maria Salviati e ne intraprese la ristrutturazione.

La geniale idea di Cosimo I fu quella di concepire un giardino destinato ad essere il modello di tutti i giardini rinascimentali, affidandone il progetto ad ingegneri ed architetti, scultori ed artisti che imbastirono una grandiosa allegoria politica, anche rappresentazione del potere personale e dinastico.

I punti forti: fontana di Ercole e Anteo, la vasca con la statua dell’Appennino, la straordinaria Grotta degli Animali (opere di Bartolomeo Ammannati e collaboratori), la Limonaia, il giardino murato dei semplici (“Ortaccio”), la Stufa dei Mugherini e anche la spettacolare collezione di agrumi in vaso.

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