La Basilica nasce nel V secolo d.C. per celebrare l’evento miracoloso avvenuto nelle mani del Papa Leone Magno, che vide protagoniste le catene dell’apostolo Pietro.

Restaurata numerose volte dalla famiglia Della Rovere, si presenta ora come scrigno prezioso di opere d’arte firmate da Domenichino, Guercino e soprattutto Michelangelo Buonarroti.

Capolavoro indiscusso di arte rinascimentale, il Sepolcro pensato per Papa Giulio II ora riposa nella transetto destro, dove giganteggia il Mosè, unico testimone del grandioso progetto mai completato.

L’ultimo restauro ha permesso di scoprire e reinterpretare alcuni aspetti dell’opera finora celati e, soprattutto, a formulare nuove ipotesi sulle posizioni religiose di Michelangelo nel travagliato contesto della Controriforma. Un Michelangelo nascosto, per sua volontaria scelta, tra simboli solo oggi svelati.

Dall’anno scorso, infine, un nuovo sistema di illuminazione riproduce il corso quotidiano della luce naturale: le due finestre un tempo aperte ai lati dell’opera furono soppresse, annullando l’effetto chiaroscurale attentamente studiato dall’artista nel definire il modellato del Mosè. Fondamentale, perché così facendo, Michelangelo aveva ottenuto una relazione sia fisica che simbolica tra la statua e i raggi del sole.

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