Pur facendo parte del complesso Laurenziano (accanto a Basilica, Chiostro, Cripta e Biblioteca) le Cappelle Medicee, vero sepolcreto della famiglia Medici, costituiscono un museo a sé stante.

La grande Cappella dei Principi, seicentesca come concezione ma finita dopo due secoli, rappresenta la massima espressione del fasto e delle ambizioni granducali: trionfo di marmi rari e pietre dure, dimensioni stupefacenti. Il celebre Opificio delle Pietre Dure fu fondato proprio in vista della sua costruzione.

In linea con analoghi e contemporanei esempi europei (ad es. l’Escorial di Madrid), è tra le più celebri Cappelle funerarie al mondo: vi sono ospitate le tombe dei Granduchi di Toscana fino a Giangastone de’ Medici.

La cosiddetta Sacrestia Nuova, invece, è meno grandiosa ma inneggia allo spirito e all’opera del più grande di tutti: Michelangelo. L’artista, incaricato da Papa Leone X,  vi si dedicò per un ventennio a partire dal 1520, e qui fu per la prima volta Architetto.

Ma le tombe che concepì per Lorenzo e Giuliano dei Medici, con le famosissime statue allegoriche del  Giorno, della Notte, dell’Aurora e del Crepuscolo, sono considerate uno dei massimi capolavori della scultura rinascimentale. La potenza della forma e del pensiero vi si uniscono, con risultati toccanti e di significato universale.

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