Lungarni della Riva sinistra dell’Arno.

Dal Torrino di Santa Rosa alla Torre San Niccolò.

Le imponenti mura trecentesche hanno lasciato tracce talvolta monumentali, come il Torrino, vero guardiano del fiume e della pescaia.

L’Oltrarno è sfiorato, intuito nella sua vocazione artigiana, la lavorazione della lana e l’estrazione della rena sono ricordati anche dalla toponomastica.

La piazza aperta, San Frediano al Cestello, che chiacchiera con la dirimpettaia Ognissanti.

Il Granaio Mediceo e il Seminario vescovile.

Per un tratto il fiume mantiene le distanze e non si fa lambire dal traffico: lo sbirciamo in più punti dal borgo San Jacopo.

Dopo la strozzatura all’antico guado (Ponte Vecchio), riprende la sequenza  dei Palazzi delle nobili famiglie fiorentine, e gli spazi tornano ariosi, il fiume diventa più largo e solenne e variegato negli argini, i Lungarni sono più moderni.

L’elegante Firenze ottocentesca rivive con la piazzetta Demidoff, ma soprattutto con lo spettacolare assetto della Piazza Poggi, dove medioevo – la torre San Niccolò – e modernità – le Rampe – convivono in armonia.

I ponti di cui parleremo: Santa Trinità, Alle Grazie.

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